Questo è il volantino distribuito dalla Sapienza in Onda il 21 gennaio 2009 in occasione della visita di Gianfranco Fini.Quest’oggi all’università la Sapienza è invitato il presidente della Camera Gianfranco Fini per tenere una lezione su “Parlamenti nazionali e Istituzioni europee” al rettorato: argomento scottante, delicato, nel momento in cui il parlamento italiano appare oggi come un organo esautorato delle proprie competenze, funzioni e ruolo. Ben nove sono state dall’inizio della legislatura le mozioni di fiducia poste dal governo su nove differenti maxi-provvedimenti, a discapito di qualunque forma di dibattito parlamentare e di discussione democratica. Attraverso il continuo ricorso all’istituto della fiducia e alla legislazione per decreto abbiamo assistito ad un progressivo scivolamento della funzione legislativa verso le prerogative dell’esecutivo e alla definizione di un ruolo sempre più evanescente delle camera. La ricaduta di questo processo si è addensata in maniera devastante sull’università tramite il voto di fiducia sulle leggi n. 133 e conversione dl 180 che, se da un lato aprono lo spazio per la dismissione dell’università pubblica, vanno a istituire de facto università di prima e di seconda classe differenziando i criteri di finanziamento sulla base di una presunta “meritocrazia”.
Tutto questo non è certo una sorpresa o una novità per chi in questi mesi, a partire dall’università ha denunciato a più riprese la crisi della rappresentanza e l’irrappresentabilità di tutti quei soggetti che abitano il mondo della formazione e non solo. Studenti, precari, migranti, donne attraversano e costruiscono i propri luoghi di decisione e di democrazia, che non sono di certo le aule parlamentari. Proprio l’esperienza dell’Onda ha trasformato in senso profondo il significato della parola democrazia attraverso la sperimentazione della decisione collettiva e la costituzione di proprie istituzioni coinvolgendo centinaia di migliaia di studenti e studentesse in tutto il paese.
Ma tutto questo sembra non essere mai avvenuto per chi, come il presidente Fini, si scopre democratico dell’ultima ora, aprendo uno scontro fuori tempo massimo con la presidenza del consiglio, che sembra avere più a che fare con una battaglia per la successione piuttosto che con un confronto sul senso dei processi democratici –salvo però appoggiare a spada tratta i processi di riforma dell’università votati con la fiducia.
Va da sé che poco potevamo aspettarci da chi in questi anni ha gestito assieme al suo partito l’offensiva securitaria e la definizione delle nuove politiche di controllo sociale, nonn ultimo il pacchetto sicurezza, ha appoggiato la guerra in Iraq e in Afghanistan e si è espresso recentemente a favore dell’offensiva israeliana nella striscia di Gaza e del massacro di migliaia di palestinesi.
Per questo oggi intendiamo esprimere il nostro dissenso alla venuta del presidente Fini all’università, perché l’università, a dispetto del rettore Frati, è il luogo della democrazia, del sapere critico e del dissenso. E’ il luogo di chi in questi mesi ha condotto una battaglia per una trasformazione reale del mondo della formazione e del lavoro in questo paese e si è scontrato con il rifiuto di ogni forma di dialogo da parte del governo e della maggioranza parlamentare. Per questo ci sembra che governo e maggioranza rifiutino il dissenso. E chi non accetta il dissenso è contro l’università!
Basta tagli all’università: F I N I tela !
Sapienza in OndaLa notizia su :
http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=21527&cat=cronaca