E' soprattutto la conferma di un modo di pensare che appartiene alle generazioni anziane che governano il Paese e dal quale gli studenti cercano di allontanarsi.
15 anni di bambini cresciuti dalla televisione commerciale hanno modificato il modo di vedere la realtà: SE NON SEI NELLA SCATOLA MAGICA NON ESISTI.
L'Onda esiste ancora. La presa di coscienza degli studenti non ha una data di scadenza.
I giovani e i precari che hanno manifestato nei mesi di settembre, ottobre e novembre nelle piazze di tutta Italia non sono tornati nel loro guscio.
In tutta Italia gli studenti continuano a riunirsi e ad informare. E' un processo è lento e denso di cambiamenti; non ha la durata di uno spot televisivo né della lettura di un articolo di giornale.
Il giornalista Stefano Zecchi considera le contestazioni tenutesi nei giorni scorsi come dei modi per ottenere solo "visibilità".
La visibilità noi studenti l'abbiamo già avuta e non è stata mai la spinta principale delle proteste.
Per settimane siamo stati nelle piazze a dimostrare il nostro dissenso verso i tagli indiscriminati del Governo. La voglia di studiare ce l'abbiamo e definirci dei "fannulloni" è un atteggiamento davvero mediocre.
Stefano Zecchi sostiene che "la maggioranza degli studenti è sempre rimasta nelle aule a seguire le lezioni". Ci sorge il dubbio se il giornalista abbia visitato, anche per sbaglio, qualche università nei giorni delle proteste.
A Roma gli studenti si sono riuniti per la scrittura di proposte concrete. Il ministro Gelmini aveva detto di essere disponibile a "dialogare".
Il ministro e la maggior parte dei politici italiani falsano quotidianamente questa parola, credono che "dialogare" significhi solo un compromesso unilaterale.
Non è assolutamente così e i decreti approvati ne sono la prova.
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