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lunedì 1 dicembre 2008

L'INIZIO DELLA FINE DEI CONCORSI - Francesco Giavazzi - Lavoce.info

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Giavazzi,
dopo il grande clamore suscitato dalla mini-riforma dell'Università a firma Gelmini i riflettori si sono stranamente spenti sull'Università come se, in Italia, fatta una legge questa si applicasse per forza d'inerzia. Ebbene, tra le importanti novità annunciate dalla Ministra, novità che avevano per una volta fatto sperare in un Paese migliore, c'è quella - fissata dalla legge - della riapertura dei termini per iscriversi ai concorsi di professore già banditi. La ratio era quella di dire: in una logica di concorrenza occorre dare la possibilità di concorrere al più ampio numero di candidati per scegliere davvero i migliori. Ed infatti, prima della riforma (ma quale?), i baroni avevano indotto molti candidati a non iscriversi ai concorsi universitari, ora grazie al Ministro Gelmini, giustizia sarebbe stata fatta e proprio tramite la riapertura dei termini per presentare le candidature fino al 31 gennaio 2009. Già, la legge è stata approvata il 9 gennaio ed i termini dovevano essere riaperti fino al 31 gennaio. Ma in quale Paese vive la Ministra? Aggiungasi che nella legge di conversione è stato scritto che le Università "possono" riaprire i termini e questo linguaggio implica che anche quelle che volessero farlo non ci sarebbero mai riuscite dato che tra consiglio di facoltà, delibere in Senato accademico e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ci vuole più di un mese. Ben oltre dunque il fatidico termine del 31 gennaio! Caro direttore la prego di fare luce su questa vicenda che, oltre a mettere in ridicolo l'attuale Ministro e a danneggiare i tanti bravi candidati che aspettavano con ansia di competere, mette in ridicolo l'intero Paese (per non parlare del Governo). Se non si tratta dell'ennesima presa per i fondelli dei tanti concittadini onesti il Ministro spieghi perché nessuna Università ad oggi ha riaperto i termini! O li riapra il Ministro tramite la decretazione d'urgenza giacché la norma della legge approvata così com'è è insuscettibile di applicazione, è un pezzo di carta straccia che offende chiunque svolga il proprio lavoro seriamente.
In conclusione, posto che anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, auspico che il suo giornale conduca un'inchiesta approfondita sull'ennesima bufala italiana.
grazie di cuore.