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LA PROTESTA CONTINUA!!!

sabato 8 novembre 2008

Atenei e scuola, il governo frena tagli ridotti, sblocco del turn-over

da Repubblica.it
SCUOLA & GIOVANI

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge su "diritto allo studio"
500 milioni agli atenei migliori. "Concorsi più trasparenti"

di SALVO INTRAVAIA


Comincia a produrre i primi effetti concreti la protesta del mondo universitario e della scuola. I tagli agli atenei e il blocco del turn over saranno mitigati e salta, almeno per quest'anno, il dimensionamento della rete scolastica che mette e rischio le mini-scuole. I provvedimenti relativi all'università sono contenuti nel decreto-legge dal titolo "Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, il reclutamento del personale e l'efficienza del sistema universitario" varato dal al Consiglio dei ministri. Mentre un disegno di legge e apposite "Linee guida" affronteranno le spinose questioni dell'"Autonomia, della responsabilità e del merito" all'interno degli atenei italiani.

Le misure per gli atenei rimettono i discussione i tagli sui Fondi universitari e il blocco del turn over previsti dalla Finanziaria estiva: l'ormai nota legge 133 presente in quasi tutti gli slogan e striscioni di contestazione. Gli atenei-cicala, cioè quelli che spendono troppo per il personale, non potranno assumere docenti e ricercatori. Per atenei-formica, quelli con i conti in ordine, il blocco del turn over (a quota 20 per cento) salirà al 50 per cento e le assunzioni dovranno favorire i ricercatori, a tempo indeterminato e determinato. E dal 2009 il 5 per cento del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) verrà ripartito in base alle pagelle che il Cnvsu (il Consiglio nazionale di valutazione del sistema universitario) assegnerà ai diversi atenei. Si tratta di 500milioni che, per il ministro Gelmini, sono "un segnale significativo per dimostrare che possiamo spendere meglio le risorse e puntare alla qualità della ricerca". Ma aggiunge il ministro: "I tagli previsti per il 2010 resteranno: abbiamo un anno e anche di più per iniziare un percorso di riforme che rendano questi tagli meno dolorosi".

Il decreto contiene misure per favorire il diritto allo studio: aumento dei posti nelle residenze universitarie e 135 milioni per le borse di studio a favore degli studenti meritevoli e i capaci. "Per la prima volta- spiega in conferenza stampa l'inquilino di viale Trastevere - il paese coprirà le necessità di tutti gli studenti aventi diritto ad una borsa. Di solito gli esclusi sono 40.000: in tutto 180 mila ragazzi avranno la borsa".

Ci sono poi le Linee guida e un disegno di legge sull'università che, come hanno chiesto a gran voce gli studenti, dovrebbero porre fine allo strapotere dei cosiddetti Baroni. Con il provvedimento sarà riformato il reclutamento dei docenti, verrà lanciato un nuovo sistema di valutazione degli atenei e sarà riordinato il Dottorato di ricerca. Niente blocco dei concorsi banditi paventato da qualche parte "ma introduzione del sorteggio per la composizione delle commissioni esaminatrici". "Abbiamo introdotto - chiarisce il ministro - un cambiamento nei meccanismi di composizione delle commissioni esaminatrici, introducendo il sorteggio. Le commissioni saranno composte da un membro interno e da altri eletti per garantire una maggiore trasparenza''.

Lo slittamento al 2010 del dimensionamento della rete scolastica (accorpamento degli istituti con meno di 500 alunni e cancellazione delle scuole con meno di 50 alunni) farà parte di un emendamento che, nel corso del dibattito parlamentare sulla conversione in legge del decreto-legge 154, modificherà l'articolo 3. Il primo round del braccio di ferro governo-regioni (che all'indomani del provvedimento hanno annunciato il ricorso alla Corte costituzionale) è appannaggio di queste ultime. Per il prossimo anno restano salve le piccole scuole (con meno di 50 alunni) e gli istituti con meno di 500 alunni. E entro il 15 giugno 2009, sulla questione dimensionamento verrà stipulata una intesa in Conferenza unificata Stato-regioni.

E la scuola resta scontenta. "La straordinaria mobilitazione promossa dai sindacati scuola - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - sta già producendo i suoi effetti: il governo è costretto a rivedere l'atteggiamento, fin qui mantenuto, di arrogante chiusura al dialogo. Siamo tuttavia ancora molto lontani da quanto chiesto - continua - con lo sciopero del 30 ottobre: le misure sulla scuola contenute nella manovra economico finanziaria e quelle sul maestro unico, sulle quali resta il nostro più fermo dissenso, devono essere profondamente riviste, perché inaccettabili e insostenibili".

1 commento:

Anonimo ha detto...

vorrei fare solo un appunto. gli atenei per avere i fondi devono vantare un bilancio in pari, nessun debito o buco. solo allora otterrebbero le sovvenzioni, esigue, tra l'altro. tutti quelli che non hanno una situazione delle più floride, anche se importanti atenei, non potranno più assumere e non avranno sovvenzioni, il turn over saraà dello 0%! in più subiranno anche un taglio dei fondi..a me sembra un salvataggio apparente dell'università..si condannano comunque molti atenei al fallimento, senza dare la possibilità a quelli facoltosi di assicurarsi un futuro, perchè non hanno la possibilità di sanare la loro situazione!